La costa della morte
Sabato mattina tutto tace. Fino alle nove nessuno si muove. Anche all'ostello sono tutti più dormiglioni del solito. Colazione in un bar al porto mentre i pescatori accompagnano il caffè con il primo grappino del giorno. Per non perdere il ritmo andiamo al faro. Bellissimo percorso lungo la scogliera. Il mare ha un colore fantastico e il tempo è ancora bello. Fortunatamente non sono ancora arrivati i bus delle gite turistiche. Il promontorio si allunga verso l'oceano, nel mare infinito. E' molto suggestivo. Torniamo al paese e riprendiamo il cammino. Finisterra è molto grande, solo 7000 abitanti ma le casette dei pescatori, povere e disordinate, sono disseminate su un territorio molto ampio. Lasciamo il villaggio e chiediamo informazioni per il cammino lungo la costa. Due escursionisti ce lo sconsigliano: faticoso e pericoloso per gli strapiombo sul mare. Pecorriamo il cammino canonico, seguendo i cippi e le conchiglie e le frecce ma... riusciamo a sbagliare strada! Qualche centinaio di metri nella foresta a destra, poi a sinistra, poi ancora a destra, in giù e poi in su e finalmente ritroviamo la via. Accanto a noi l'oceano con degli scorci mozzafiato. Arriviamo finalmente a Lires e troviamo il nostro alloggio. Ci sono diverse persone, la camerata è piena. Quasi tutti americani.
Doccia e poi via... Vado a vedere la spiaggia. Il mare si incunea nella valle a formare una "ria" e la sabbia assume forme sinuose. Sulla riva centinaia di uccelli cercano i molluschi portati dalla marea. Arriva un surfista con la sua tavola: guarda le onde e poi vi ripensa. Peccato!
Il mare è uno spettacolo.
E un altro spettacolo è la cena che ci regaliamo: navajas - sono dei molluschi tipici di queste zone, lunghi dieci cm a forma di tubicino. E poi la cazuela de pescado: una specie di spezzatino di merluzzo, vongole, gamberetti e tartufi di mare... e vino tinto! Ora... in branda!
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