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giovedì 27 febbraio 2020

Il ciarlatano di Isaac Bashevis Singer - Adelphi



Il ciarlatano
di Isaac Bashevis Singer


Un romanzo assolutamente originale, che non può lasciare indifferenti di fronte alla società e agli individui che descrive. In particolare proprio la descrizione degli ambienti e la caratterizzazione dei personaggi distinguono la capacità narrativa del grande scrittore.
La vicenda ruota attorno alla figura di Hertz Minsker, un ebreo colto e nullatenente che tira a campare approfittando del suo fascino indiscusso. Cadono nella sua tela uomini e donne, attratti inesorabilmente dai suoi modi gentili e dal suo eloquio interessante. Non è cattivo, su questo non c'è dubbio, ma non ha valori e sentimenti profondi, nè progetti di vita nei quali credere e ai quali dedicarsi. Le persone che frequenta non sono peraltro gran che meglio di lui: uomini come Morris Kalisher, dedito perennemente a incrementare il proprio patrimonio o come il magnate californiano Weiskats, talmente ricco da dilapidare parte dei suoi averi per una briciola di fama. Lo stesso dicasi per le figure femminili, accomunate da un senso morale labile, da una disponibilità eccessiva nei confronti di questo o quell'uomo, nella sola speranza di conservare o migliorare il proprio stato sociale.
Comune denominatore di questa umanità amorale è la loro condizione di ebrei fuggiti da un'Europa sconvolta dalla guerra e dalla minaccia nazista. Hanno lasciato laggiù famiglie, ricordi, legami per trasferirsi nella terra dei sogni, l'America della libertà e della ricchezza. Vivono in una situazione di sbalestramento nella quale rivolgono i loro pensieri al dramma dell'Europa ma sanno bene di non poterci fare nulla. Chissà se le loro esistenze e i loro comportamenti sarebbero stati altrettanto futili e cinici se invece di fuggire fossero rimasti nel loro paese d'origine, a contatto con la loro cultura.
L'unico aspetto culturale che non rinnegano è la religione ebraica, alla quale tutti quanti si ispirano e ai cui precetti uniformano i loro comportamenti. Non si curano però dei valori profondi che potrebbero applicare nella conduzione delle loro vite, ma dei precetti formali e delle consuetudini ortodosse più esteriori, con i quali si costruiscono una corazza che protegge la loro identità di minoranza.
A questo proposito è rilevante notare come non ci sia alcun tessuto relazionale tra la comunità di profughi ebrei trapiantati a New York e il popolo americano. A testimoniare che la condizione di migrante è sempre e comunque elemento di emarginazione, ma anche che la volontà di conformarsi ai precetti della religione contribuisce a enfatizzare l'isolamento.
Notevole la capacità di autoironia di Singer nel descrivere in modo farsesco e caricaturale dei personaggi che altrimenti ci sarebbero risultati odiosi e insopportabili. In effetti l'autore, che ha scritto questo romanzo in lingua yiddish, si rivolgeva agli ebrei americani, forse per metterli in guardia da comportamenti che lui per primo giudicava eccessivi.


giovedì 18 luglio 2019

Fuori per sempre         
di Doris Femminis
Marcos y Marcos




Un romanzo "fuori dagli schemi" quello del'autrice ticinese Doris Femminis, che attinge al suo vissuto di infermiera psichiatrica per raccontare la storia di una giovane donna sull'orlo del baratro della malattia mentale. O forse dovremmo dire di tre donne, perchè se la protagonista è Giulia, una giovane che alla vigilia della laurea tenta il suicidio e finisce ricoverata in psichiatria, il romanzo ci racconta anche le storie di Annalisa, la sorella di Giulia, tormentata da un male oscuro che la spinge a inselvatichirsi e a fuggire nella foresta e di Alex, giovane donna dall'indole di artista, ribelle e drogata.
La lettura ha suscitato pareri contrastanti ed è dunque problematico unificare in una sola voce la pluralità di commenti. In primo luogo la descrizione della realtà psichiatrica. Se il personale medico e infermieristico sembra sposare le idee più illuminate e avanzate della psichiatria, sulle orme di Basaglia, i trattamenti coatti e coercitivi e le cure farmacologiche sembrano appartenere a una concezione più arretrata della cura delle malattie mentali.
L'autrice, in occasione della pesentazione del suo romanzo, ha spiegato che i trattamenti coatti sono necessari per affrontare il ricovero in ospedale e solo in un secondo momento, e là dove il paziente è collaborativo, si possono instaurare legami e relazioni verbali. Ma nel romanzo non si spiega per intero il protocollo della cura e restano dei punti oscuri sui trattamenti e sulle aspettative dei medici.
Certamente la realtà dei soggetti psicopatici e dei tossicodipendenti spesso è più drammatica di quanto possiamo immaginare e a volte ricorrere ai metodi forti può essere l'unica soluzione.
Emerge con chiarezza il concetto che negli anni della gioventù può manifestarsi una fragilità di fronte alla difficoltà di crescere che non tutti gli individui riescono a superare, spesso perchè vittime di disagi consistenti. C'è chi come Annalisa fugge, o si rifugia nella natura, per restarne però avviluppata al punto di confondersi e annullarsi in essa . C'è chi come Alex si ribella e ricorre all'uso indiscriminato di sostanze stupefacenti, ma non riesce a liberarsi dalla schiavitù della droga e ad avere ragione sulle difficoltà della vita.
Infine c'è Giulia, con il suo percorso complicato, il disagio di vivere in un luogo chiuso, con una famiglia maschilista e una madre depressa e il bisogno di altro. Giulia scappa da quella vita che non la soddisfa, cerca un'altra soluzione, arriva ad ingoiare delle pastiglie per farla finita, ma attraverso un percorso costellato di alti e bassi, di fughe e ritorni e di un buon rapporto con chi si prende cura di lei riesce ad affrancarsi, a ritrovare faticosamente il coraggio di tornare alla vita e di convivere con la fragilità che è dentro di lei e dentro tutti noi.

giovedì 6 giugno 2019


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L'estate che sciolse ogni cosa

di Tiffany McDaniel - Atlantide












Un romanzo sorprendente quello della giovane autrice americana, che suscita emozioni e riflessioni profonde e contrastanti a volte, ma che non può lasciare indifferenti.
Il tema di fondo di cui si tratta è il confine tra il bene e il male; argomento più che mai attuale in un mondo dove le regole sembrano destinate a sciogliersi. E spesso a rendere ancora più complessa la comprensione di questo limite interevngono i pregiudizi, che determinano comportamenti irragionevoli e distruttivi. Il romanzo mette in risalto la maniacalità puritana che permea la provincia americana, non solo in relazione alla diffidenza nei confronti dello straniero, ma soprattutto nel rifiuto a priori del diverso. Il 1984 è l'anno in cui l'incubo dell'aids scuote l'America e l'ignoranza diffusa fa temere che il virus possa contagiare tutti gli individui sessualmente attivi.
A Breathed arriva il diavolo. Ma è davvero il diavolo o anche su di lui è il pregiudizio a determinare il comportamento degli abitanti della cittadina?
Si direbbe, leggendo le pagine del libro, che il vero diavolo sia chi non lo è, ovvero che i comportamenti che si discostano dalle consuetudini, che apparentemente rappresentano il male, non  siano cattivi. Al contrario. I cosiddetti benpensanti, quindi la maggior parte della popolazione, nutrono pregiudizi contro il nero, contro chi è malvestito, contro lo straniero, l'immigrato, l'omosessuale... Il diavolo fa crollare le maschere dai volti dei mostri: la madre ubriaca che devasta la figlia di botte, la ragazza che manda il padre in galera accusandolo ingiustamente di molestie, i pedofili "perbene" invasati dal rischio aids che vorrebebro sterminare tutti gli omosessuali.
Si direbbe quindi che il diavolo è nell'essere umano, è una parte di noi. E si manifesta a seconda delle esperienze che ciascuno si porta appresso, specie se traumatiche. Nel caso di Sal, che dovrebbe essere il diavolo, il male sofferto a causa dei genitori violenti produce un effetto opposto.
La famiglia è un tema molto presente, oltre alla famiglia di Sal c'è, protagonista, la famiglia di Fielding. La storia e le relazioni sono raccontate in modo frammentario, ma a scapito della fluidità l'autrice riesce ad approfondirne le dinamiche. Emblematico il caso della madre di Fielding: un dolore violento la blocca e un dolore, se vogliamo ancora più forte e insopportabile, la fa uscire dal suo paranoico isolamento.
La tesi più condivisa è dunque quella che non ci sia un confine così netto tra il bene e il male. E che apparentemente le persone più gentili covino dentro di loro un dolore e una cattiveria repressa pronta a sfogarsi e scoppiare improvvisamente.La vita gioca a nascondino con il demonio. Ma Satana è riconoscibile nel fango di ambiguità che ci circonda?
Un'altra tesi, più forte e disperante, è che Sal sia veramente il diavolo, l'incarnazione del male e che nonostante il suo comportamento gentile, la sua indole sensibile, l'attenzione per chi gli sta vicino egli riesca ad attirare attorno a sè il male peggiore e a evocare in ciascuno di noi il massimo potenziale di malvagità. La comparsa di Sal induce uomini e donne a porre fine alla loro vita disperata, a compiere gesti efferati e folli. Noi ci illudiamo di agire in un'ottica di bontà quando invece l'esito finale delle nostre azioni è la fine. Lo stesso Fileding, protagonista di quei giorni assurdi, con la fine di quell'estate e di quella storia perde la sua vita, o almeno, il senso di una vita degna di essere vissuta.
"Non ero destinato a essere un uomo violento. Ero destinato a ereditare il carattere di mio padre. E di mia madre. Invece alla fine ricevettitti in eredità il carattere di quella estate. Quell'estate divenne mao padre. E mia madre. L'origine della mia vioenza."
Sal innesca una spirale di sofferenza che cresce a ritmo esponenziale, al di là dei limiti della ragione. La paura del diverso, che tutti o quasi avvertono, scatena reazioni inconsulte e precipita la comunità in un vortice nel quale non ci sono armi per contrastare il male. I più deboli si adeguano ai comportamenti e alle scelte più deleterie, anche a costo di andare contro la realtà dei fatti. 
E sopra tanta sofferenza e malvagità un'estate dal caldo opprimente e inesorabile: un fenomeno contro il quale è impossibile, come con il male, lottare e vincere.









mercoledì 8 maggio 2019

Chiederò perdono ai sogni di Sorj Chalandon  Keller editore


Un romanzo potente e doloroso quello dell'autore francese Sorj Chalandon, che dipinge un quadro nitido e puntuale della situazione socio-politica dell'Irlanda dalla seconda metà del '900 fino ai primi anni 2000, quando la vicenda del protagonista si conclude miseramente.
Sono anni di miseria e di lotta, di clandestinità e prigione, in nome di un credo politico e religioso che non ammette la convivenza con la Gran Bretagna, colpevole di soprusi e angherie nei confronti della popolazione cattolica. Il romanzo si ispira a una storia vera e ne racconta i particolari cambiando solo i nomi dei principali protagonisti, ma citando puntualmente i riferimenti agli scontri più sanguinosi e soprattutto alle rivolte carcerarie, culminate con gli scioperi delle coperte e dell'igiene, che portarono alla atroce morte per fame prima Bobby Sands e poi decine di detenuti che scelsero di resistere ad oltranza, sostenuti da amici e famiglie, in un braccio di ferro con una Margaret Thatcher dal pugno di ferro. 
Chalandon ricorre al flashback per interrompere la sequenza di scontri e battaglie e per scavare nella dimensione più intima di Tyrone Meehan, un uomo vittima come tanti della storia del suo paese. 
La condizione sociale dell'Irlanda è grave e priva di sbocchi per il futuro, la prevaricazione della Gran Bretagna è ineluttabile. Ai giovani, figli a loro volta di uomini duri e provati dalla lotta per l'esistenza, non resta che abbracciare la causa dell'indipendenza e accettarne le regole. Ma il percorso di Tyrone Meehan si rivela più intricato. L'uccisione involontaria del compagno provoca una catena di conseguenze che lo porteranno a scegliere la via del tradimento come unica soluzione possibile per proteggere la sfera degli affetti familiari e salvaguardare l'integrità del movimento.
Chalandon focalizza il dramma del "non detto": la verità taciuta ai compagni dopo lo scontro, ai familiari, agli amici, l'enorme macigno della scelta di collaborare con il nemico. Non c'è un momento in cui Tyrone Meehan riesca ad aprirsi e condividere il peso della sua tragedia. Persono la moglie gli chiede di tacere.
E non si può esprimere un giudizio su questo orribile tradimento: la guerra non consente alternative e obbliga a operare scelte che vanno al di là della morale. Il singolo non agisce mosso dalla propria individualità; ciascuno nasce, vive e muore nella collettività e per la collettività. Come è chiaro si tratta di una tragedia terrificante in cui un popolo intero lotta per l'indipendenza della sua terra. Purtroppo la storia ci ha dimostrato come l'esito di questa lotta sia stato disastroso e come possa esserlo in futuro per altri popoli che si battono strenuamente per i loro diritti.
La pace sognata e desiderata da Tyrone Meehan e dai suoi compagni di lotta sarà una tregua, una sospensione della lotta, ma i grandi sogni di indipendenza saranno destinati a svanire.


venerdì 30 novembre 2018

La manutanzione dei sensi
Franco Faggiani
Fazi editore


 Non capita sovente di imbattersi in una lettura che, come si usa dire, "allarga il cuore", senza al contempo cadere nel banale, addirittura nel patetico o assumere un tono stucchevole.
Franco Faggiani con "La manutenzione dei sensi" è riuscito a condensare in una narrazione fluida e gradevole la storia di un uomo e di un ragazzo che pur trovandosi in una situazione di difficoltà ritrovano la loro dimensione. 
Leonardo è un uomo maturo, stanco di un lavoro che lo ha portato in giro per il mondo ed è provato dalla perdita della moglie. Martino è un ragazzino difficile, affetto, come si scoprirà poi, dalla sindrome di Asperger, un disturbo dalle caratteristiche non proprio chiare, ma che spesso si manifesta nella difficoltà a relazionarsi con gli altri.
Ma Leonardo è soprattutto un uomo coraggioso: spronato dalla figlia, intraprendente e volitiva, fa suo un progetto che Chiara, la moglie, avrebbe di certo condiviso. Prende in affido un ragazzino, Martino senza sapere ancora che Nina, la figlia biologica, presto se ne andrà negli Stati Uniti. E' una svolta decisiva nella sua vita, che lo porterà in seguito a lasciare la città, con i suoi rumori, le distrazioni, le angosce, e lo condurrà in quella baita di montagna dove avrebbe tanto desiderato trascorrere i suoi giorni insieme a Chiara. Martino dal canto suo è un ragazzino speciale. Abbandonato dalla madre a pochi mesi di vita ha vissuto la sua infanzia in un istituto di suore; è molto silenzioso, spesso smarrito, forse un po' asociale. In realtà durante il percorso scolastico si appurerà che Martino è affetto dalla sindrome di Asperger, un disturbo dalla caratteristiche piuttosto indefinite che si manifesta con comportamenti caratteriali come l'intolleranza al contatto fisico con le altre persone, la precisione quasi maniacale in alcune attività, un'intelligenza spiccata e concentrata in particolari ambiti. Si può dire che il dolore e le difficoltà non mancano nella vita di questa famiglia: lutto, assenze, lavoro insoddisfacente, diversità. Ma una volta tanto la risposta coraggiosa apre un nuovo scenario e permette ai protagonisti di cominciare una esistenza davvero nuova, diversa. 
In questa dimensione rurale, alpestre, che rende più facile la quotidianità, ritmata da stagioni e lavori di fatica, emergono i valori basilari dell'esistenza. Soprattutto il reciproco rispetto di Leonardo e Martino, che compiono un percorso di formazione e di definizione della personalità nel profondo rispetto delle reciproche esigenze. Essi accolgono la diversità e la rispettano. Ed è chiaro che allontanandosi dal contesto cittadino anche la "diversità" di Martino perde la stigmatizzazione che la società le imprime e si manifesta più semplicemente come una originalità della persona.
Martino stringe una forte amicizia con Augusto, un anziano contadino del posto e Leonardo apprezza e favorisce questa relazione senza esserne assolutamente geloso e senza nulla perdere della sua figura di padre. I due uomini, padre e figlio, sono una piccola famiglia che compie insieme un viaggio; ciascuno è libero ma la condivisione è totale. E in questa quotidianità, affrontando giorno per giorno problemi e decisioni, Leonardo e Martino conquistano la serenità.
Benchè i protagonisti siano due figure maschili la presenza femminile nel romanzo è molto importante: c'è Chiara, la moglie tanto amata che aveva scelto e progettato la ristrutturazione della baita in montagna e che aveva frequentato come volontaria l'istituto delle suore in cui era ospitato Martino. C'è Nina, la figlia brillante, postiva, piena di energia e ottimismo che contagia il padre con la sua vitalità. E l'insegnante di Martino, così attenta ai suoi comportamenti, e le donne che Leonardo incontra al villaggio. Ognuna gli lascia qualcosa, forse solo la fotografa passa come un'ombra e se ne va con la sua tristezza.
Un romanzo emblematico che ci aiuta a capire come a volte per mettere a tacere i rumori del mondo sia necessario un gesto decisivo che ci porti a rivoluzionare la nostra esistenza per poter ascoltare il suono della vita.

mercoledì 11 aprile 2018

Eli Gottlieb
Il ragazzo d'oro
Mimimum Fax

Per tutti i numerosi amici che hanno preso parte al gruppo di lettura di sabato 7 aprile l'incontro con Il ragazzo d'oro di Eli Gottlieb è stata un'esperienza ricca e profonda. Per alcuni è stato l'approccio a un mondo poco conosciuto, quello delle persone affette dalla sindrome dello spettro autistico, per altri un modo diverso di conoscerne le caratteristiche.
L'autore ci accompagna nella comunità di Payton e ci fa conoscere Todd Aaron, un cinquantenne che da quarant'anni conduce la sua vita semplice e abitudinaria, scandita dalle regole della struttura e a noi sembra di entrare nella sua vita e di vedere la sua esistenza con gli occhi della normalità.
La lettura ci rende partecipi di una grave problematicità del mondo contemporaneo ma non lo fa in modo didattico e didascalico, al contrario, ci presenta Todd come un amico, dal quale non vorremmo separarci mai e con il quale entriamo da subito in empatia.
Con lo sguardo ingenuo e infantile di Todd, privo di filtri e condizionamenti, incontriamo i diversi personaggi e cogliamo immediatamente lo spirito che li anima: il profumo di dolcezza della mamma, l'aspetto violento del padre che ritroviamo negli occhi pieni di cattiveria dell'educatore, il desiderio di libertà e ribellione di Beth.  Todd non è mai violento o prepotente, è una creatura delicata in ogni cosa che fa, senza dubbio in virtù del suo essere diverso e in parte  perchè ha promesso alla mamma di essere un ragazzo d'oro.
Il romanzo è caratterizzato da una costante dualità, un continuo oscillare tra realtà opposte: il mondo all'interno e all'esterno della comunità,  i "buoni" e i "cattivi", le cose che si possono e non si possono fare. E in una visione più ampia ci invita a riflettere sul modo di affrontare il grave problema della gestione delle disabilità. E ' impossibile esprimere un giudizio definitivo e univoco sull'argomento: le variabili sono troppe e incostanti. In molti momenti del romanzo la comunità  viene descritta come una gabbia isolata dal mondo reale, priva di aperture e comunicazione con la società civile. Le opportunità lavorative appaiono più come un modo di trascorrere il tempo che un'opportunità di inserimento, o quanto meno di dialogo con il mondo al di fuori della comunità. Dal lato opposto spesso notiamo come la regolarità, le abitudini, il ritmo rallentato della vita all'interno della struttura infondano un forte senso di sicurezza e tranquillità.
Strettamente legato a questo tema il problema del ricorso ai farmaci. Anche qui è ovvio che è impossibile generalizzare: in certi casi il paziente non ha i mezzi per tenere sotto controllo la propria ansia e l'uso di sostanze farmacologiche è inevitabile. In altre situazioni, nel caso di Todd Aaron per esempio, la situazione è meno chiara. Forse potrebbe stare meglio, riconquistare energia e lucidità se non ingoiasse quotidianamente le famigerate pillole, a scapito però delle tranquillità, del senso di sicurezza, di un'ansia che teme di non sapere dominare, o quanto meno non sempre.
Alla fine il nostro caro Todd rientra suo malgrado nella "normalità" del Payton Living Center; tutto ritorna come prima, con qualche consapevolezza in più da parte sua e la rassegnazione ad accettare il trascorrere dei giorni così come la mamma gli aveva raccomandato lasciandolo tanti anni prima.
In noi lettori resta il desiderio di restare ad ascoltare ancora la voce di Aaron che ci parla del suo strano mondo e delle sue esperienze di fuga e libertà, arricchiti dalla conoscenza e dalla riflessione su quella che definiamo spesso con troppa leggerezza "diversità".

venerdì 6 aprile 2018

Moby Dyck o la Balena di Roberto Abbiati - Keller editore

Mercoledì 11 aprile alle ore 19 
Moby Dick o la Balena - romanzo per immagini - edizioni Keller
con l'autore Roberto Abbiati

Si tratta di un  libro unico, poche parole tratte dall’originale americano e bellissimi disegni, splendide tavole - una per ciascuno dei 135 capitoli - dedicate al grande capolavoro della letteratura mondiale di Herman Melville. 
L’autore Roberto Abbiati è disegnatore, grafico, attore, regista e con Moby Dick ha intessuto un dialogo intimo, una consuetudine di anni. 
Ne è scaturito un poetico spettacolo teatrale e questo incantevole romanzo a disegni.
Tra i suoi lavori più recenti in campo editoriale anche il progetto della nuova edizione di Ian Fleming per Adelphi. 

Roberto Abbiati ha cominciato a lavorare su Moby Dick molti anni fa, intagliando nel legno scene e personaggi del libro di Melville. Ha continuato, ricavando da uno dei romanzi più lunghi e densi della letteratura moderna uno degli spettacoli più brevi e aerei del teatro contemporaneo. Oltre quel piccolo miracolo di illusionismo teatrale – quindici minuti in cui quindici spettatori, chiusi in una scatola di legno buia che sembra il ventre di una baleniera, guardano gli oggetti di volta in volta illuminati sulle pareti, ascoltando la voce di Roberto raccontare, in un numero straordinariamente esiguo di parole, l’intera storia della Balena Bianca – sembrava difficile andare. E invece adesso Roberto è tornato a Moby Dick studiando un’altra possibilità, altrettanto estrema: raccontare il libro solo per immagini – una per capitolo – rinunciando a qualsiasi forma di testo.  Entrando lui stesso nel mare agitato dall’inseguimento matto e disperatissimo del Capitano Achab. Prendendo il testo di Herman Melville, scarnificandolo fino a trovare una serie di parole chiave, nella sua lingua originale, l’inglese, per iniziare poi un viaggio fatto di segni e suggestioni, schizzi e vocaboli, verbi, frammenti di discorso.. Ha preso forma così un libro straordinario e unico, "Moby Dick o la balena", che Roberto Abbiati ha pubblicato con un editore speciale, Roberto Keller, che pur asserraglito tra le montagne trentine che circondano la cittadina di Rovereto, ha saputo portare nell'editoria italiana una ventata di intelligenza e apertura. Roberto Keller è stato nostro ospite lo scorso anno nell'ambito della rassegna Editori in vetrina. Moby Dick è stato illustrato infinite volte, con tavole talmente precise da identificarsi a una a una con il testo. Il lavoro di Roberto va oltre, parlando e raccontando un capitolo intero attraverso uno schizzo e servendosi con la grande maestria appresa in anni e anni di lavoro in tipografia non solo del nero ma soprattutto del bianco. Di Moby Dick, del libro, dei suoi spettacoli teatrali e di tante altre storie parleremo mercoledì 11 aprile alle 19 con Roberto Abbiati e il giovane docente erbese Emanuele Fusi alla Libreria di via Volta a Erba

venerdì 30 marzo 2018

L'estate muore giovane


di Mirko Sabatino - edizioni Nottetempo





Un tuffo all'indietro nel tempo, in una estate pugliese assolata dove ogni cosa sembra giacere immobile. Nel mondo accadono molte cose, il successo dei Beatles. l'assassinio di Kennedy, la morte di Papa Giovanni, e in questo borgo del Gargano, con una chiesa, una piazza, una macelleria e pochi vicoli, tre ragazzini dodicenni stringono un patto, suggellato dal sangue e dall'acqua santa, con la promessa di difendersi a ogni costo da qualsiasi cosa faccia loro del male. Questo patto li condurrà  a compiere gesti brutali in un crescendo di violenza.
Primo, Mimmo e Damiano sono legati da un'amicizia straordinaria: riescono stare per ore vicini senza bisogno di scambiarsi parole. E crescono in fretta, molto più di quanto si potrebbe immaginare.
Primo diventa grande prima del tempo, orfano di un padre che dopo la morte prematura gli affida in una lettera la cura della madre e della sorella. Damiano ha una madre bellissima, un'attrice, ed è legato fortemente a lei, quasi fosse lui il suo vero marito. Infine Mimmo, figlio di una madre bigotta che lo vede già sul seggio pontificio e di un padre squinternato che sembra più saggio di tutti gli altri uomini del paese.
L'elemento che emerge con maggiore distinzione nel romanzo è lo scollamento tra il mondo dei bambini e quello degli adulti. Negli anni '60, a maggior ragione in un paese agricolo del meridione, non c'è alcun tipo di comunicazione tra genitori e figli. Gli adulti non hanno tempo per prendersi cura dei giovani, non hanno attenzioni per loro al di fuori del cibo da mettere in tavola. E in questa totale assenza di relazioni l'unico modello che si manifesta è quello della violenza. Non c'è via di uscita da questa realtà se non quella di andarsene.
Il modello di società che Sabatino dipinge non si scosta poi tanto da alcune realtà del giorno d'oggi, e non solo nel meridione. Queste società bestiali esistono, prive di etica, moralità pubblica, senso di appartenenza. E producono fenomeni assai diffusi, soprattutto nelle periferie delle città; il bullismo per esempio, con il piacere di fare del male fine a se stesso. 
I personaggi del romanzo hanno tutti tratti un po' buoni e un po' cattivi tranne la piccola Viola, che ci rimane impressa con la sua dolcezza mentre Primo le racconta teneramente le storie della sera.
Ma la violenza li travolge come una condanna esistenziale e antropologica, nell'assoluta indifferenza generale e nell'incapacità di cogliere il bello della vita. Un po' come risuona nel ritornello della canzone di Modugno, che insieme a Celentano scandisce le scene di tutta la vicenda.

Mirko Sabatino è nato a Foggia nel 1978 e vive tra Roma e Nardò. Si è laureato in Scienze della comunicazione con una tesi in Semiotica sul rapporto tra montaggio nel cinema e montaggio in letteratura. Lavora come editor e redattore free-lance. L'estate muore giovane è il suo primo romanzo.


mercoledì 7 marzo 2018

I pesci non hanno gambe



I pesci non hanno gambe
di Jon Kalman Stefansson
Iperborea


La scelta del primo volume del dittico dell'autore islandese per il gruppo di lettura di febbraio è legata all'opportunità che la casa editrice ci ha offerto di ospitare in libreria Jon Kalman Stefansson per un incontro con i nostri lettori.
E' stata una occasione unica per approfondire i temi trattati in questo e negli altri suoi libri e per conoscere dalla viva voce dell'autore, intervistato dalla traduttrice Silvia Cosimini, le motivazioni che lo hanno indotto a scrivere.
I romanzi di Stefansson narrano storie, spesso molto articolate e sovrapposte nel tempo e nello spazio, che ci parlano dell'avventura dell'esistenza, della durezza della natura, della lotta che l'uomo è costretto a condurre per sopravvivere. Le vicende dei personaggi si alternano a profonde riflessioni sul senso della vita, sulle relazioni, sul significato esistenziale delle parole.
La lettura risulta di conseguenza impegnativa, ma sicuramente ricca. A volte sembra di leggere poesia, ed è proprio nell'esperienza poetica che l'autore ha mosso i suoi primi passi. Stefansson confessa l'insuccesso delle prime esperienze poetiche, ma ricorda di non essersi abbattuto, al contrario, di aver coltivato allora e sempre il desiderio di scrivere e raccontare la vita dell'uomo.
La  terra d'origine, l'Islanda, è il filo conduttore delle sue opere. La natura descritta è aspra, selvaggia, essenziale e costringe gli uomini a mettersi alla prova a prezzo di fatica, morte, dolore. "Chi non prova nessun dolore o emozione di fronte all'esistenza ha il cuore freddo e non ha mai vissuto - devi essere riconoscente per le tue lacrime". Ma se anche il dolore è il filo conduttore delle nostre esistenze non dobbiamo arrenderci, al contrario, dobbiamo cercare la forza per vivere nelle parole, nelle relazioni, nella contemplazione di un cielo stellato o del mare infinito. 
Le generazioni passate avevano un rapporto più immediato e profondo con la terra e con la natura in generale; le stagioni scandivano la loro vita, il sole interminabile dell'estate e il buio della notte invernale, la furia del mare e l'aridità della terra. L'uomo contemporaneo ha cercato di addomesticare la natura, di sfruttarla per fini economici e produttivi ma senza ottenere fino in fondo il suo scopo. Il rischio che corriamo è proprio quello di allontanarci dalla concretezza della natura e perdere anche lo spessore della nostra anima.
E' molto difficile dare unità a una riflessione globale sul libro, il cui valore immenso è nelle immagini poetiche che si  rincorrono, pagina dopo pagina, e regalano momenti di grande bellezza. Per questo in molti insistiamo a ribadire che al di là della vicenda, o delle vicende narrate, è bello rileggere le pagine di questo autore e cogliere le emozioni e i sentimenti che sa suscitare. La storia di Ari avrà il suo epilogo nel secondo libro, Grande come l'universo, e si concluderanno anche la storia di Margret, del padre e degli altri personaggi che abbiamo incontrato.
"Abbraccio è senza dubbio la parola più bella di ogni lingua. Usare entrambe le braccia per toccarsi, creare un anello intorno a un'altra persona, unirsi a lei,per un attimo, due persone che diventano una nel flusso della vita, sotto il cielo aperto, e magari un cielo senza Dio. Tutti abbiamo bisogno in qualche momento della vita, di poter contare su un abbraccio, a volte un bisogno doloroso, un abbraccio che può essere una consolazione, un pianto liberatorio o un rifugio quando qualcosa si è rotto. Desideriamo un abbraccio semplicemnte perchè siamo esseri umani e il cuore è un muscolo sensibile"

martedì 6 giugno 2017

La vegetariana di Han Kang


Come si poteva prevedere la discussione del gruppo di lettura sul romanzo "La vegetariana" che si è svolta sabato 28 giugno, è stata piuttosto accesa e ha solllevato molteplici temi e pareri non sempre allineati.
Gl interventi che hanno dato il via alla discussione hanno manifestato un giudizio negativo su un romanzo collocato in un ambiente troppo distante, fisicamente e culturalmente, da quello in cui viviamo. La lettura ha suscitato emozioni negative, suscitate dalla violenza subita dalla protagonista, dalla sua passività, dall'impossibilità di vivere un momento di relazione.
Di certo sono sensazioni che pervadono il romanzo e ci parlano di un'esistenza sofferta e sofferente, ma attraverso poche e sintetiche immagini rivelano un mondo e una vita segnata da esperienze indelebili.
Il titolo - secondo alcuni non troppo calzante - si riferisce alla scelta che la protagonista manifesta di non volere più assumere cibi animali. Il rifiuto del cibo non si esaurisce qui: la giovane donna a poco a poco rifugge tutto ciò che si manifesta come umano, carnale, animale per rifugiarsi - e lo capiremo solo proseguendo nella lettura, in un suo mondo immaginario e immaginato che appartiene al regno vegetale, fatto di luce, acqua e purezza. Ma questa fuga dal mondo della carne è una fuga dalla vita o una trasformazione?
A questa domanda i presenti hanno dato risposte differenti. Secondo alcuni la sua anoressia schizofrenica è una vera e proprio manifestazione patologica, per altri una presa di coscienza, una scelta di non appartenere a un mondo che la disgusta, così come la disgusta la carne. Un mondo fatto di uomini violenti e insignificanti, comunque inetti e di donne sottomesse e incapaci di prendere in mano la propria vita. All'estremo opposto questa scelta è stata vista come l'inizio di un percorso di autodistruzione e graduale rinuncia alla vita.
Peraltro è necessario tenere in considerazione il fatto che l'autrice e il suo scritto sono parte del mondo e della società orientali, pervasi da retaggi spirituali diversi da quelli ai quali siamo più abituati noi lettori occidentali. Gli atteggiamenti di estraniazione, fuga, nichilismo, sono verosimilmente legati a un'eredità culturale che considera metamorfosi e rinascita momenti diversi ma altrettanto veri del nostro passaggio sulla terra.
Per quanto concerne l'atteggiamento dei familiari, delle persone vicine e della società in generale nei confronti di questa donna e del suo rifiuto di vivere la condizione umana sono emerse molteplici osservazioni.
Comune il giudizio sugli uomini, padre, marito e cognato: sono tutti falliti e perdenti nel loro atteggiamento egoista. Anaffettivo e inetto il marito, violento e prepotente il padre, irrisolto e mediocre il cognato artista. Nessuno di loro, nemmeno per un istante, si chiede il perchè del turbamento della donna o tantomeno prova a fare qualcosa per lei. Si preoccupano delle apparenze e del giudizio della società i primi due, mentre il cognato coglie l'occasione per tentare la realizzazione del suo sogno erotico/artistico, senza peraltro riuscirci.
Secondo alcuni il rapporto tra questi uomini e la protagonista è solo una storia di abuso ed è proprio questo l'elemento che scatena la "follia" di Yeong-hie, il suo rifiuto nei confronti della vita.
La società non si prende cura di lei: la malattia o comunque il disagio psichico non è ammesso. Il ricovero coatto, reso inevitabile dalla condizioni fisiche della donna, è solo l'anticamera della fine. La società non può (o forse non vuole?) fare nulla per lei.
Un atteggiamento più umano e un tentativo di comprensione viene dalla sorella, che intuisce quanto poco possa bastare per uscire dalle convenzioni sociali, dalla cosiddetta normalità, da un equilibrio fasullo per lasciarsi andare alle pulsioni più profonde e abbandonarsi alla fine. Lei stessa accarezza l'idea che solo l'epilogo finale di questa storia possa restituire a Yeong-Hie la pace e la dignità.
La dignità di una buona morte è stato anche l'ultimo commento che il tempo dell'incontro ci ha permesso di esprimere.

Ringraziamo tutti i partecipanti al gruppo di lettura e alla discussione. Per la fiducia con cui hanno accolto le proposte di lettura della libreria e per la disponibilità con cui hanno espresso le loro opinioni e i loro commenti su temi assolutamente profondi e difficili.
Saremo liete di aggiungere a questo testo eventuali precisazioni o opinioni che ci siano sfuggite.
Il gruppo si riunirà sabato 24 giugno per parlare de: Il libro di mio padre di Urs Widner - Keller editore


mercoledì 20 luglio 2016

Consigli d'estate


Il 31 Luglio uscirà Harry Potter and the Cursed Child in inglese.
Prenotate la vostra copia in lingua originale in attesa del 24 settembre, grande giorno dell'uscita dell'edizione italiana! 


I consigli dell'estate

Grande come l'universo di Jon Kalmann Stefansson - Iperborea
Il nostro autore del cuore conclude la magnifica saga islandese iniziata con "I pesci non hanno gambe".
Crepuscolo di Kent Haruf - NNeditore
Le vite degli abitanti di Holt si intrecciano le une alle altre in una prosa elegante e essenziale.
Nessuno scompare davvero di Caherine Lacey - SUR
Una giovane donna trova il coraggio di mollare tutto e partire.
Giorni selvaggi di William Finnegan - 66th2nd
Tempo di mare, onde e...surf. Premio Pulitzer 2016.
Isole minori di Lorenza Pieri - E/O
Il Giglio al centro di una storia familiare intensa e luminosa.
L'annata memorabile del Beaujolais di Gabriel Chevallier -E/O
Le vicende di una graziosa località francese scandite dai tempi della vendemmia.
Una storia quasi solo d'amore di Paolo di Paolo - Feltrinelli
Un sentimento forte per lanciarsi nella vita con occhi diversi.
La vedova di Fiona Barton - Einaudi
Il thriller da portare con voi sotto l'ombrellone.
La sostanza del male di Luca D' Andrea - Einaudi
Un delitto irrisolto in un'oscura gola del Trentino.

Annie Ernaux è l'autrice dell'anno, i suoi libri si distinguono per il talento narrativo e la scrittura magistrale.
Gli anniIl posto e L'altra figlia - L'Orma Editore.



 23 luglio alle ore 21 saremo al Festival di letteratura Zelbio Cult
James Bradburne il nuovo direttore della Pinacoteca e della Biblioteca Braidense illustrerà "Le sette meraviglie di Brera".

Orario estivo da martedì al sabato 9.30 12.30 / 16.30 19.30
Chiusura agosto da martedì 16 a sabato 20 agosto compresi 


Buona estate a tutti!
Anna e Katia

venerdì 7 agosto 2015

I pesci non hanno gambe

Il libro della settimana


Dopo la splendida trilogia dell'autore di "Paradiso Inferno" ecco la recensione di Iperborea del libro di Jon Kalman Stefansson:
Tutto comincia con l’amore, questa «esplosione solare che ti distrugge la vita e rende abitabili i deserti», ma che con il tempo può raffreddarsi diventando un banale martedì. È allora che Ari, poeta di vocazione ed editore di successo, manda tutto in frantumi, tradisce sua moglie e i tre figli e fugge dall’Islanda. È allora che sua nonna Margrét, un secolo prima, ritorna dal Canada piena di sogni e libertà, si toglie il suo vestito americano per il marito che si è scelta, ma si ritrova soffocata da un villaggio di pescatori che destina l’uomo al mare e la donna a un’inerte solitudine. Ed è l’urgente ricerca di se stessi e della felicità a guidare questa insolita storia famigliare, che procede a flashback nel tempo e attraverso i due angoli opposti d’Islanda, da un arcaico fiordo dell’est alla piana di Keflavík, «il posto più nero del paese», che ha avuto il suo unico periodo di splendore all’epoca della controversa base americana, quando navi cariche di prodotti mai visti venivano accolte come messaggere di nuovi tempi, ponti verso il mondo e la modernità. Una storia di pescatori che vogliono navigare fino alla luna e di astronauti americani che si addestrano all’allunaggio nei campi di lava, di giovani sognatori che scoprono i Beatles e i Pink Floyd e di monelli che assaltano i camion USA per fare scorta di M&M’s. Un romanzo corale in cui tanta voce hanno le donne e la stessa natura parla per raccontare l’anima di un paese, e quel potere delle parole di dare corpo ai desideri e decidere destini, di farci affrontare le acque più insidiose, anche se non sappiamo nuotare, anche se i pesci non hanno gambe.

I pesci non hanno gambe di Jon Kalman Stefansson (Iperborea)

mercoledì 22 luglio 2015

I consigli di luglio



Dieci titoli per restare inchiodati ... alla sdraio!
 
Chi manda le onde di Fabio Genovesi (Mondadori)
Forte dei Marmi: la spiaggia e la città nel ritratto delle persone che ci vivono, con le loro gioie, i dolori, le risate e le preoccupazioni..
 
Sette brevi lezioni di fisica di Carlo Rovelli (Adelphi)
Si puo' parlare di fisica quantistica a lettori ignari delle più semplici nozioni?
Se lo si fa con passione sì, e il risultato è un libro affascinante.
 
Appuntamento a Positano di Goliarda Sapienza (Einaudi)
Un'amicizia perduta e l'affresco di un luogo che non esiste più, ma che rivive nella scrittura vibrante e suggestiva dell'autrice de L'arte della gioia
 
Verità sepolte di Allen Esken (Neri Pozza)
Sarà stato davvero Carl Iverson a uccidere la giovane Crystal e a bruciarne i resti nel capanno? La tenacia e la caparbietà di uno studente di lettere riaprono un caso ormai dimenticato
 
Benedizione di Kent Haruf (NN editore)
Il primo capitolo della "trilogia della pianura", un affresco della società americana dipinto in toni tenui, delicati... senza mai alzare la voce.
 
I pesci non hanno gambe di Jon Kalman Stefansson (Iperborea)
Le parole hanno il potere di dare corpo ai desideri e decidere destini, di farci nuotare nelle acque più insidiose.. magistrale!
 
Tempi glaciali di Fred Vargas (Einaudi)
Torna la regina del giallo francese con le nuove "gelide" avventure del commissario Adamsberg
 
S. La nave di Teseo di J.J.Abrams e Doug Dorst (Rizzoli Lizard)
Un viaggio, un'avventura, un libro, un incontro, un' opera d'arte creata dal mitico J.J. Abrams, Regista di Star Wars VII.
 
Atti osceni in luogo privato di Marco Missiroli (Feltrinelli)
La storia di Libero, un nome che è un programma per imparare la vita  eimparare a conoscere l'amore
 
I legami che aiutano a vivere di Domenico Barrilà (Feltrinelli)
Una riflessione sulle relazioni che ci aiutano a rendere gratificante e positiva la nostra vita familiare e affettiva..
 
Vi ricordiamo che i locali della libreria sono climatizzati. Nei mesi di luglio e agosto saremo aperti dal martedì al sabato dalle 9.30 alle 12.30 e dalle 16.30 alle 19.30 e mercoledì di luglio anche dalle 21 alle 23.30.
 
Buone letture!
 

sabato 11 luglio 2015

150 anni dalla conquista del Cervino



In occasione del 150° anniversario della conquista del Cervino segnaliamo due titoli recentissimi che hanno per protagonista la "grande becca".
La montagna dentro di Hervé Barmasse, Laterza 
"Appendo l'amaca. Sotto di me il vuoto, sopra di me le stelle. Guardo le luci della vallata e mi sento in pace. Non vorrei essere in nessun altro posto."
Con queste parole l'alpinista che detiene il primato tra nuove vie, prime ascensioni e prime invernali sul Cervino descrive lo stato d'animo dello scalatore a tu per tu con la solitudine della parete.
Cervino, il più nobile scoglio di Reinhold Messner, edizioni Corbaccio
Il grande scrittore e alpinista fa rivivere l'avventura delle ascensioni delle cordate di Whimper e di Carrel, mettendo a confronto due modi radicalmente diversi di vivere la montagna: quello del dandy inglese, che per primo raggiunse la vetta dal versante svizzero, e quello del taciturno valligiano che compì l'impresa sul versante italiano qualche giorno più tardi.

venerdì 10 luglio 2015

Il libro della settimana per i ragazzi



Quanto può essere strano il mondo degli adulti, con le cose non dette, i sotterfugi, le segrete aspirazioni e motivazioni comportamentali! Se ne rende conto a poco a poco Mila, dodicenne così chiamata in onore di un cane di famiglia defunto, da cui ha mutato un fiuto incredibile per accorgersi di cose che noi a volte vogliamo tenere nascoste.. Un amico di famiglia sparisce proprio poco dopo essere diventato padre, senza un motivo apparente, e qualche tessera del puzzle famigliare non sembra combaciare con il resto..
Grande e brava autrice, Meg Rosoff, nel dare vita ad una storia originale e coinvolgente!

Fai finta che io non ci sia di Meg Rosoff
Rizzoli


sabato 4 luglio 2015

Il libro della settimana


L'ultima opera, postuma, di Goliarda Sapienza mi ha incuriosito appena ne ho letto il titolo. Positano, luogo incantevole denso di fascino e di ricordi, culla di una umanità ricca e di una mondanità di altri tempi. E l'immagine di copertina mi ha letteralmente stregato: due donne in costume da bagno rigorosamente bianco che indugiano sulla passerella di un gozzo.
Goliarda Sapienza - l'ho scoperto ora - aveva un legame profondo con questo paese costiero che le ricordava la Sicilia natale ma era molto più vicino a Roma e le permetteva di rifugiarsi tra le rocce e le calette nascoste ogni volta che riusciva a fuggire dal lavoro cinematografico. La conca protetta dalle montagne e dai silenzi del mare, diventò il suo rifugio dove le emozioni del corpo, a lungo inaridite dagli orrori della guerra e dalla frenesia della città, si risvegliavano.
Positano era dunque per Goliarda un'isola felice e doveva raccontarla. Ma non poteva narrare di un luogo senza metterci dei personaggi: così si ispirò a una sua amica milanese e costruì l'immagine di Erica e della sua complicata vicenda. Sullo sfondo le care e sagge figure degli abitanti di Positano: Giacomino il pasticcere, Nicola, Lucibello, Nunziatina... e i colori abbaglianti delle case, del mare, del cielo. Il romanzo è la rievocazione di un'amicizia perduta e l'affresco di un luogo che non esiste più, ma entrambi rivivono grazie alla sua scrittura vibrante, suggestiva, appena velata di malinconia.

Appuntamento a Positano di Goliarda Sapienza
Einaudi

sabato 16 maggio 2015

Il libro della settimana


Torna sugli scaffali della libreria Pablo D'Ors, lo scrittore sacerdote gesuita autore de Le disavventure dello stampatore Zollinger con il romanzo L'amico del deserto edito da Quodlibet.
Pochi anni dopo aver conosciuto Zollinger, uomo mite e paziente, che con il suo pacato ottimismo ci aveva aperto un orizzonte di serenità e fiducia nell'esistenza, grazie all'autore spagnolo incontriamo nel nuovo romanzo un personaggio altrettanto affascinante nella sua semplicità. Il protagonista Pavel si imbatte casualmente in una fantomatica associazione "Amici del deserto", chiede di entrare a farne parte e pur incontrando diffidenza e forse anche un po' di ostilità da parte di alcuni soci, persevera nel suo percorso. 
Dopo alcuni viaggi di gruppo in alcune località desertiche Pavel realizza la sua vocazione più profonda, che da principio nemmeno aveva riconosciuto: si reca nel deserto in assoluta solitudine e solo lì entra in piena e profonda relazione con se stesso e con il mondo che gli sta attorno.

L'amico del deserto di Pablo D'Ors 
Quodlibet Compagnia Extra

venerdì 3 aprile 2015

I consigli di aprile per i ragazzi


E' iniziato il mese di aprile e tornano i nostri consigli di lettura. Questa volta ci rivolgiamo ai giovani lettori, proponendo i titoli scelti dal Coordinamento delle librerie per ragazzi, che ogni mese valuta le novità editoriali del settore:


 
I miei primi giochi con le mani di AA.VV (Tourbillon)
Un simpatico libricino per giocare con le ombre cinesi 
(dai 3 anni)
 
Ehi, questo libro ha mangiato il mio cane! di Richard Byrne (Gallucci)
Chi l'avrebbe mai detto che i personaggi di una storia potessero essere inghiottiti dalle pieghe centrali delle pagine di un libro?
(dai 3 anni)
 
Re Valdo e il drago di Helen Oxenbury (Il castoro)
Un bellissimo albo illustrato (dai 4 anni)
 
Grazie di Isabel Minhos Martins (Kalandraka)
Un albo essenziale e profondo che ricorda l'importanza di ciò che ognuno puo' insegnare 
(dai 4 anni)
 
L'atlante della natura di Kay Maguire (Electakids)
Un viaggio magnificamente illustrato nello scorrere delle stagioni 
(dagli 8 anni)
 
Dalla terra alla tavola a cura di Grazia Gotti e Silvana Sola (Einaudi ragazzi)
Venti storie di cibo provenienti dalle tradizioni di tante culture diverse
(per tutti)
 
Fuochi d'artificio di Andrea Bouchard (Salani)
Affascinata dai partigiani e dalle loro canzoni Marta accetta di partecipare alla Resistenza, e affronta con coraggio un destino di avventura 
(dai 10 anni).
 
La fine del cerchio di Beatrice Masini (Fanucci)
Due giovani protagonisti si fanno promotori della ricolonizzazione della Terra 
(dai 12 anni)
 
Il mondo fino a 7 di Holly Goldbert Sloan (Mondadori)
Il libro del cuore del mese, la storia di Willow, una ragazzina di 12 anni, che attraverso disavventure e difficoltà esce finalmente dal suo torpore con una nuova capacità di relazionarsi con gli altri e acquista una nuova consapevolezza di sé, ma anche delle potenzialità celate all'interno delle persone che la circondano 
(lettori da 13 anni).
 
Girl Online di Alice Casarini (Piemme)
Uno sguardo acuto sui malesseri di una adolescente come tutte le altre 
(dai 13 anni)
 
Petite di Geneviève Brisac (Piemme)
La fragilità di una tredicenne che guarda il suo corpo e lo rifiuta. Un libro onesto, senza buonismi e senza sconti, che vibra di vita 
(dai 14 anni).
 

venerdì 20 febbraio 2015

A winter's tale di Mattia Vacca


A Schignano c'è un cartello stradale che recita "rallentare carnevale", come per dire che il carnevale è parte integrante del panorama umano e geografico del paese e che bisogna sempre tenere conto. La parola "rallentare" è davvero adatta a questo evento, esprime la necessità di cambiare il passo, di rallentare anche metaforicamente, ed evoca la predisposizione d'animo con cui predisporsi per entrare in un'altra dimensione, il carnevale appunto, concepito e vissuto nel suo originale, quello dello stravolgimento profondo della realtà ordinaria.

Mattia Vacca non ha mai amato il carnevale e ha incontrato quello di Schignano per puro caso. Qualche anno è stato inviato a fotografare questa festa. Gli è rimasto profondamente impresso il ricordo di una bolgia e di uno stordimento stranianti, qualcosa di selvaggio e anarchico, qualcosa di completamente diverso dai carnevali cui siamo abituati.
 
Sull'onda di questa esperienza è nato un libro prodotto anche grazie all'aiuto di 215 sostenitori.
 
A winter's Tale di Mattia Vacca (Delicious Editions)