giovedì 18 luglio 2019

Fuori per sempre         
di Doris Femminis
Marcos y Marcos




Un romanzo "fuori dagli schemi" quello del'autrice ticinese Doris Femminis, che attinge al suo vissuto di infermiera psichiatrica per raccontare la storia di una giovane donna sull'orlo del baratro della malattia mentale. O forse dovremmo dire di tre donne, perchè se la protagonista è Giulia, una giovane che alla vigilia della laurea tenta il suicidio e finisce ricoverata in psichiatria, il romanzo ci racconta anche le storie di Annalisa, la sorella di Giulia, tormentata da un male oscuro che la spinge a inselvatichirsi e a fuggire nella foresta e di Alex, giovane donna dall'indole di artista, ribelle e drogata.
La lettura ha suscitato pareri contrastanti ed è dunque problematico unificare in una sola voce la pluralità di commenti. In primo luogo la descrizione della realtà psichiatrica. Se il personale medico e infermieristico sembra sposare le idee più illuminate e avanzate della psichiatria, sulle orme di Basaglia, i trattamenti coatti e coercitivi e le cure farmacologiche sembrano appartenere a una concezione più arretrata della cura delle malattie mentali.
L'autrice, in occasione della pesentazione del suo romanzo, ha spiegato che i trattamenti coatti sono necessari per affrontare il ricovero in ospedale e solo in un secondo momento, e là dove il paziente è collaborativo, si possono instaurare legami e relazioni verbali. Ma nel romanzo non si spiega per intero il protocollo della cura e restano dei punti oscuri sui trattamenti e sulle aspettative dei medici.
Certamente la realtà dei soggetti psicopatici e dei tossicodipendenti spesso è più drammatica di quanto possiamo immaginare e a volte ricorrere ai metodi forti può essere l'unica soluzione.
Emerge con chiarezza il concetto che negli anni della gioventù può manifestarsi una fragilità di fronte alla difficoltà di crescere che non tutti gli individui riescono a superare, spesso perchè vittime di disagi consistenti. C'è chi come Annalisa fugge, o si rifugia nella natura, per restarne però avviluppata al punto di confondersi e annullarsi in essa . C'è chi come Alex si ribella e ricorre all'uso indiscriminato di sostanze stupefacenti, ma non riesce a liberarsi dalla schiavitù della droga e ad avere ragione sulle difficoltà della vita.
Infine c'è Giulia, con il suo percorso complicato, il disagio di vivere in un luogo chiuso, con una famiglia maschilista e una madre depressa e il bisogno di altro. Giulia scappa da quella vita che non la soddisfa, cerca un'altra soluzione, arriva ad ingoiare delle pastiglie per farla finita, ma attraverso un percorso costellato di alti e bassi, di fughe e ritorni e di un buon rapporto con chi si prende cura di lei riesce ad affrancarsi, a ritrovare faticosamente il coraggio di tornare alla vita e di convivere con la fragilità che è dentro di lei e dentro tutti noi.

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