mercoledì 27 febbraio 2019

Serototina di Michel Houllebecq

Serotonina di Michel Houllebecq - La nave di Teseo

 


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L'ultimo romanzo dell'autore francese ha suscitato, come del resto era prevedibile, un dibattito molto vivace. Del resto è proprio questo lo scopo del gruppo di lettura: confrontarsi, ciascuno secondo il proprio punto di vista, su temi di attualità.
Unanime il giudizio formale sul romanzo. Una scrittura lucida ed esteticamente perfetta, un periodare lungo e complesso, una scansione narrativa vivace, animata da numerosi flashback che danno alternanza a diversi piani temporali.
Di tutt'altro tenore l'analisi sui temi che Houllebecq affronta. Il protagonista prima di tutto, quest'uomo non ancora anziano tutt'altro che simpatico, così poco gradevole da non riuscire a impersonare nemmeno la figura dell'antieroe. Florent-Claude ricorre ai rimedi farmacologici non perchè non possiede gli strumenti per reagire alla sua crisi, ma perchè semplicemente non ne ha voglia. In questa descrizione così negativa leggiamo chiaramente una denuncia dell'inadeguatezza della natura umana, del fallimento di una generazione che simboleggia il declino inesorabile dell'occidente.
La classe dirigente europea, per quanto preparata (non solo il protagonista ma anche Aymeric ne è un esempio) è incapace di reagire alle necessità, allo stato critico dell'economia agricola e sopravvive a stento, protestando in modo sterile e violento contro lo stato di fatto.
Florent attraversa nel libro tutto la Francia e dalle descrizioni che ne offre intuiamo che ama profondamente il suo paese ma al contempo lo detesta, perchè detesta se stesso. E' un uomo senza qualità che sopravvive succhiando dagli altri la linfa vitale senza dare nulla di sè, nè lasciare un segno del suo passaggio. E' soprattutto alle donne che si lega come un parassita e alle donne riconosce un ruolo dominante in ciò che riguarda l'amore. La donna è capace di amare mentre all'uomo questa possibilità non è data.
Quest'uomo che tanto ci irrita è un depresso che potrebbe recuperare uno stato di vita normale ma non vuole, è un egocentrico, emblema del fallimento dell'uomo contemporareo, di chi ha voluto liberarsi da tutti i vincoli sociali, dal matrimonio o rapporto di coppia al lavoro regolare. Non è capace, o meglio non ha alcuna voglia di intrattenere relazioni con gli altri esseri umani. Più di una volta ha aavuto la felicità a portata di mano ma non è stato capace (o non ha voluto?) afferrarla. Questo è l'uomo contemporaneo: una figura che ha demolito tutti i valori e non ha più motivazioni per cercarne altri.
Nell'ultima pagina del romanzo si confessa e oltre ad ammettere il fallimento personale denuncia chiaramente il fallimento della sua generazione: "... abbiamo forse ceduto a illusioni di libertà individuale, di vita aperta, di infinità dei possibili? E' probabile, quelle idee erano nello spirito del tempo; non le abbiamo formalizzate, ce ne mancava l'inclinazione. Ci siamo limitati a conformarci ad esse, a lasciarcene distrurre..."E una volta di più, alla luce di questo degrado dell'uomo occidentale, il sacrificio di Cristo appare inutile e sprecato.
Una lettura a tratti sgradevole, irritante, anche disgustosa in qualche passaggio ma ricca di spunti e di temi di riflessione.

venerdì 22 febbraio 2019

Il libro dei vulcani d'Islanda




IL LIBRO DEI VULCANI DI ISLANDA
Storie di uomini, fuoco e caducità - Iperborea
Mercoledì 27 febbraio ore 19
Incontro con l'autore Leonardo Piccione 

Ingresso libero

Febbraio in libreria

 IMBOOKATI - GRUPPO DI LETTURA RAGAZZI
In collaborazione con la Biblioteca Comunale di Erba
Sabato 23 febbraio ore 14.30 in Biblioteca - via Joriati 6

Libro del mese: Lost & Found
Brigit Young - Feltrinelli

GRUPPO DI LETTURA ADULTI
Sabato 23 febbraio ore 17.45

Libro del mese Serotonina 
Michel Houllebecq - La nave di Teseo
Ingresso libero

IL LIBRO DEI VULCANI DI ISLANDA
Storie di uomini, fuoco e caducità - Iperborea
Mercoledì 27 febbraio ore 19
Incontro con l'autore Leonardo Piccione 

Ingresso libero

DONNE D'ITALIA E D'EUROPA
con Elena Riva, Francesca Russo e Livia Turco
Giovedì 28 febbraio ore 21 - Sala Isacchi - Erba

Nell'ambito della rassegna
LA BUONA POLITICA E' AL SERVIZIO DELLA PACE
Ingresso libero
 
DISCUTONS AUTOUR D'UN VERRE
giovedì 28 febbraio ore 18
Riprendono le ore di conversazione in lingua francese con insegnante madrelingua. Sarà un corso di 10 lezioni settimanali di 90 minuti. E' necessario iscriversi entro il giorno 26 febbraio. Il corso si attiverà con un numero minimo di 6 iscritti.

E' CARNEVALE...CREA LA TUA MASCHERA
sabato 2 marzo ore 15
Laboratorio di origami 
Per ragazzi da 6 a 11 anni
A cura di Opificio Imaginarium
Iscrizione obbligatoria

Per qualsiasi informazione chiamateci al numero 0313355128 o via mail all'indirizzo lalibreriadiviavolta@gmail.com

venerdì 1 febbraio 2019

Abraham B. Yehoshua
Il tunnel - Einaudi

Il primo titolo che abbiamo scelto per inaugurare gli incontri del gruppo di lettura 2019 ha decisamente spiazzato i lettori, che dalle parole scritte in quarta di copertina si attendevano un romanzo focalizzato sulla incipiente demenza senile dell'ingegnere protagonista del romanzo.
Qualcuno, convinto che dopo le prime pagine molto drammatiche e interessanti della visita del neurologo il libro avrebbe proseguito narrando l'evoluzione della malattia e il comportamento del malato, è rimasto un poco deluso o quanto meno fuorviato.
In effetti non è la demenza il tema fondamentale che l'autore vuole approfondire. Yehoshua trae spunto da questa situazione per dipingere una coppia di anziani coniugi legati da grande affetto, complicità e anche attrazione, per ironizzare sui momenti di palese "demenza" di uomini politici e funzionari stimati, ma soprattutto per raccontare ancora una volta una storia del suo paese, Israele, con toni civili, pacati, lontani anni luce dalle affermazioni aggressive e violente alle quali la società contemporanea ci ha abituati.
Proprio a causa del verdetto medico così infausto il protagonista, l'ingegnere Zvi Luria, abbandona le consuetudini e i freni che avevano condizionato la sua vita lavorativa e si apre al mondo esterno, relazionandosi in modo diverso alle persone con cui ha a che fare. E' un'immagine metaforica della società del suo paese: israeliani e palestinesi mantengono la propria indentità ma dovrebbero scrollarsi di dosso le sovrastrutture che pesano sulla vita dei due popoli. Non mancano a questo proposito le critiche, sottili e a volte ironiche, ai problemi della scoietà israeliana, soprattutto alla corruzione che dilaga.
La demenza è dunque un pretesto per scoprire cosa davvero è importante nella vita. Zvi perde la memoria ma incontra tante persone e si relaziona con loro. Prima, quando ancora lavorava, aveva trascurato i rapporti umani o addirittura li aveva fuggiti. Forse per raggiungere questa libertà e disponibilità alle relazioni interpersonali è necessario perdere un po' di memoria e soprattutto un po' della propria identità egoriferita. Le allusioni alla memoria sono il filo conduttore del romanzo; gli israeliani sono il popolo della memoria, il tatuaggio è l'emblema della memoria, il cervello è lo scrigno della memoria, che vale però la pena di perdere per dare spazio all'anima.
Nella vicenda narrata compaiono diverse persone che si prodigano per i vicini palestinesi senza porsi problemi di tipo politico. L'immagine è senza dubbio confortante e fa sperare in una possibilità di convivenza. Del resto, e Yehoshua lo sottolinea in più di una occasione - quando dal tetto dell'ospedale descrive la vista che arriva fino al Giordano e quando racconta del viaggio nel deserto, che si compie in poche ore - Israele è un fazzoletto e uno spazio così piccolo offre solo due possibilità ai popoli che si contendono le terre, convivere o imporsi uno sull'altro.
E infine il tunnel, il simbolo che compare nel titolo del romanzo, è chiaramente un'allusione alla possibilità di collegamento tra due popoli, è simbolo di una nuova strada,  difficile da costruire, forse anche assurda per certi aspetti, ma che rappresenta il futuro.