venerdì 30 novembre 2018

La manutanzione dei sensi
Franco Faggiani
Fazi editore


 Non capita sovente di imbattersi in una lettura che, come si usa dire, "allarga il cuore", senza al contempo cadere nel banale, addirittura nel patetico o assumere un tono stucchevole.
Franco Faggiani con "La manutenzione dei sensi" è riuscito a condensare in una narrazione fluida e gradevole la storia di un uomo e di un ragazzo che pur trovandosi in una situazione di difficoltà ritrovano la loro dimensione. 
Leonardo è un uomo maturo, stanco di un lavoro che lo ha portato in giro per il mondo ed è provato dalla perdita della moglie. Martino è un ragazzino difficile, affetto, come si scoprirà poi, dalla sindrome di Asperger, un disturbo dalle caratteristiche non proprio chiare, ma che spesso si manifesta nella difficoltà a relazionarsi con gli altri.
Ma Leonardo è soprattutto un uomo coraggioso: spronato dalla figlia, intraprendente e volitiva, fa suo un progetto che Chiara, la moglie, avrebbe di certo condiviso. Prende in affido un ragazzino, Martino senza sapere ancora che Nina, la figlia biologica, presto se ne andrà negli Stati Uniti. E' una svolta decisiva nella sua vita, che lo porterà in seguito a lasciare la città, con i suoi rumori, le distrazioni, le angosce, e lo condurrà in quella baita di montagna dove avrebbe tanto desiderato trascorrere i suoi giorni insieme a Chiara. Martino dal canto suo è un ragazzino speciale. Abbandonato dalla madre a pochi mesi di vita ha vissuto la sua infanzia in un istituto di suore; è molto silenzioso, spesso smarrito, forse un po' asociale. In realtà durante il percorso scolastico si appurerà che Martino è affetto dalla sindrome di Asperger, un disturbo dalla caratteristiche piuttosto indefinite che si manifesta con comportamenti caratteriali come l'intolleranza al contatto fisico con le altre persone, la precisione quasi maniacale in alcune attività, un'intelligenza spiccata e concentrata in particolari ambiti. Si può dire che il dolore e le difficoltà non mancano nella vita di questa famiglia: lutto, assenze, lavoro insoddisfacente, diversità. Ma una volta tanto la risposta coraggiosa apre un nuovo scenario e permette ai protagonisti di cominciare una esistenza davvero nuova, diversa. 
In questa dimensione rurale, alpestre, che rende più facile la quotidianità, ritmata da stagioni e lavori di fatica, emergono i valori basilari dell'esistenza. Soprattutto il reciproco rispetto di Leonardo e Martino, che compiono un percorso di formazione e di definizione della personalità nel profondo rispetto delle reciproche esigenze. Essi accolgono la diversità e la rispettano. Ed è chiaro che allontanandosi dal contesto cittadino anche la "diversità" di Martino perde la stigmatizzazione che la società le imprime e si manifesta più semplicemente come una originalità della persona.
Martino stringe una forte amicizia con Augusto, un anziano contadino del posto e Leonardo apprezza e favorisce questa relazione senza esserne assolutamente geloso e senza nulla perdere della sua figura di padre. I due uomini, padre e figlio, sono una piccola famiglia che compie insieme un viaggio; ciascuno è libero ma la condivisione è totale. E in questa quotidianità, affrontando giorno per giorno problemi e decisioni, Leonardo e Martino conquistano la serenità.
Benchè i protagonisti siano due figure maschili la presenza femminile nel romanzo è molto importante: c'è Chiara, la moglie tanto amata che aveva scelto e progettato la ristrutturazione della baita in montagna e che aveva frequentato come volontaria l'istituto delle suore in cui era ospitato Martino. C'è Nina, la figlia brillante, postiva, piena di energia e ottimismo che contagia il padre con la sua vitalità. E l'insegnante di Martino, così attenta ai suoi comportamenti, e le donne che Leonardo incontra al villaggio. Ognuna gli lascia qualcosa, forse solo la fotografa passa come un'ombra e se ne va con la sua tristezza.
Un romanzo emblematico che ci aiuta a capire come a volte per mettere a tacere i rumori del mondo sia necessario un gesto decisivo che ci porti a rivoluzionare la nostra esistenza per poter ascoltare il suono della vita.

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