sabato 23 aprile 2016

1 - Da Dovadola a Marzanella - 24 km - 700 m ascesa

Ieri sera cena da "Moreno" al ristorante RosaBianca. Un ristorante per banchetti e pranzi della domenica più che da pellegrino! 



Ci propone il menù pellegrino ma siamo attirate dal tartufo e dai crostini! Prendiamo tortellini al tartufo, crostini con funghi e fegatini, tagliatelle al ragù, formaggi e dell'ottimo vino! Moreno ci terrorizza con vipere e cinghiali e consiglia scarponi e braga lunga.
Sveglia ore 7, con calma calibriamo gli zain poi via, oggi si parte veramente... in cammino! 
Peccato che abbiamo lasciato la chiave nella serratura all'interno della porta che si chiude a scatto, disastro! Chiamiamo Don Alfeo per avvertirlo e scusarci e poverino... è davvero preoccupato. Dovrà andare qualcuno ad aiutarlo con la scala molto lunga e passare dalla finestra del secondo piano, che per fortuna abbiamo lasciato aperta. Come inizio non è male! Colazione al bar e acquisti per il cammino focaccia, frutta, formaggio e sopratutto acqua, ci avvertono che non incontreremo rifornimenti lungo il cammino. Attraversiamo il paese e imbocchiamo il riposo sentiero verso l'eremo di Montepaolo, ben segnalato. 


Il sentiero sale deciso in un bosco fitto di ortiche. 
Arriviamo dopo un'ora e mezza al Santuario, molto più bello del previsto sopratutto all'interno. 

Ci accoglie e ci timbra la credenziale un giovane francescano dal fare gentile ed educato, non il solito vecchio frate un po' stordito. Qui si incontrano il cammino si Sant'Antonio e il cammino di Assisi ed è il luogo dove Sant'Antonio si ritirò un eremo sull'esempio di San Francesco.
Lunga la strada incrociamo un bruttissimo edificio, fondazione Centro Studi dei cavalieri di Rosacroce! 
Incontriamo un signore, anziano ed elegante, che fotografa piante e fiori. 
La tappa è bellissima. Paesaggi di colline in parte boschive e in parte coltivate. 



Arriviamo al Monte Trebbio distrutte dopo qualche chilometro di strada asfaltata. Sosta meritata, mangiamo per fame e per alleggerirci. Durante il pranzo assistiamo ad una scena curiosa: arriva una signora in auto, si ferma e si mette sul sedile del passeggero. Dopo un minuto arriva un camion da quale scende un uomo in abbigliamento mimetico e faccia losca e monta in auto con la donna. Se ne vanno insieme? Chissà. 
Ripartiamo e ci fermiamo a chiedere dell'acqua all'azienda Il patrello, non era proprio sulla strada ma il cartello era invitante. 


Rifornimento acqua e caffè con simpatiche galline e gentili proprietari. 


Entriamo poco dopo nella Azienda Montebello e inizia un grande spettacolo... camminiamo per diversi chilometri su un viale di pratoline.


Viali circondati da conifere di qualsiasi tipologia, pini, abeti e tanti altri, la tenuta è un esperimento di ripopolamento di conifere autoctone. Poi dei rumori sospetti... cinghiali! 




La stanchezza inizia a farsi sentire. È la prima tappa e abbiamo nelle gambe già più di venti chilometri. Incontriamo un bellissimo agriturismo con un capriolo bel parto... 
Qualche goccia di pioggia ci fa scappare... di corsa verso il rifugio La capannina! Doccia, riposo, bucato.. 
Gli hospitaleri sono molto gentili e cordiali. Silvia, brasiliana e Giancarlo vivono qui da vent'anni, dispersi nella campagna romagnola, scelta di vita che portano avanti con fierezZa con Anita e Danilo... fra conigli, cani, polli, frutti di bosco e da poco anche tartufi. La cena rispecchia l'impressione iniziale: pasta con erbe di campo, insalate, frittata, crostini ai carciofi eccezionali, vino rosso e tante tante chiacchiere come un buon hospitaleri sa dare! 







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