venerdì 24 marzo 2017

Gruppo di lettura: le nostre anime di notte di Kent Haruf


Sabato 18 marzo
Le nostre anime di notte di Kent Haruf
NNeditore
Il primo appuntamento del gruppo di lettura "Lettori in via Volta" ha visto la presenza di 25 partecipanti. Gli interventi sono stati numerosi e nel loro insieme hanno ben evidenziato i temi del romanzo.
La proposta sorprendente della protagonista Addie, enunciata nelle due prime pagine del libro, apre il dibattito sulla necessità di creare delle relazioni per affrontare la vita, soprattutto nell'età matura e soprattutto quando il passato ha lasciato delle ferite profonde.
Addie invita il vicino Louis a passare la notte con lei per "parlare". La parola è ciò che crea intimità tra le persone e permette di condividere sentimenti di felicità, di meraviglia, di confidarsi reciprocamente i propri errori e ricostruire un'altra dimensione familiare. Addie e Louis a poco a poco si raccontano il loro passato, gli sbagli commessi da entrambi, e lo fanno senza esprimere giudizi, accettando il passato come un pesante bagaglio che ciascuno ha accumulato e messo in un angolo della propria vita. Il gesto di Addie è l'invito a non adagiarsi nella solitudine e cercare piuttosto un'altra possibilità.
Non tutto è così facile. La nuova e inusuale relazione tra i due suscita insana curiosità e si scontra con il pregiudizio. Non si accetta l'idea di un amore maturo, non si accetta l'idea di perdere l'esclusività del rapporto (da parte del figlio), forse non si accetta che altri siano felici quando noi non lo siamo. Addie e Louis cercano di uscire da questa spirale di pregiudizi e di vivere con sincerità il loro tempo, ricreando addirittura un modello di famiglia insieme al giovane nipote. Gli anziani, come i bambini, spesso rompono gli schemi sociali precostituiti. Addie e Louis ci provano ma il loro tentativo riesce solo in parte, inibito dalle pretese del figlio di Addie. Piuttosto che rinunciare all'unico legame familiare che le resta, Addie rinuncia alla vita insieme a Louis. Ma non del tutto: il filo del telefono rappresenta il sottile legame che ancora può mantenere viva la loro relazione..
Ne emerge un' immagine negativa dei giovani, dei figli: egoisti, superficiali, incapaci di vedere al di là dei propri interessi. Si tratta però di una necessaria fase di crescita più che di una visione apocalittica della società 
Kent Haruf, come in tutti i suoi scritti, non esprime giudizi ma registra con sobrietà e pacatezza i sentimenti dei suoi personaggi; sottolinea un gesto, una parola, un pensiero. E così facendo, senza ironia ne cinismo o esaltazione, ci fa sentire parte della sue storie, in una normalità che ci fa sentire a casa, a Holt. 
Le nostre anime di notte è stato l'ultimo lavoro che Kent Haruf ha scritto negli ultimi sei mesi di vita, consapevole della malattia che lo aveva colpito. Parlare dell'amore, della relazione tra le persone. delle parole era la sua urgenza e il libro che ci ha consegnato parla di lui, di sua moglie Kathy e parla a tutti noi.
 

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