venerdì 1 maggio 2009

Il libro della settimana /14


"Mi chiamo Mary Katherine Blakwoord. Ho diciotto anni e abito con mia sorella Constance. Ho sempre pensato che con un pizzico di fortuna potevo nascere lupo mannaro, perché ho il medio e l’anulare della stessa lunghezza, ma mi sono dovuta accontentare. Detesto lavarmi, e i cani e il rumore. Le mie passioni sono mia sorella Constance, Riccardo Cuor di Leone e l’Amanita phalloides, il fungo mortale. Gli altri membri della famiglia sono tutti morti". Così esordisce la protagonista, voce narrante, nell’incipit del romanzo della statunitense Shirley Jackson (1916-1965), inedito in Italia, pubblicato negli States nel 1962, intitolato Abbiamo sempre vissuto nel castello. Con grande abilità la scrittrice americana, celebrata dallo stesso Sthephen King, mette in scena una storia di terrore dai toni incredibilmente raffinati e lievi, ma non per questo meno inquietanti. La vita nella casa delle sorelle sopravvissute alla strage che ha ucciso il resto della loro famiglia, scorre in modo apparentemente tranquillo e ripetitivo, fino a quando si presenta un ospite inatteso a turbare la routine quotidiana. Non ci sono mostri, creature bestiali, fantasmi, ma una sottile presenza malefica che permea ogni momento della giornata. L'atmosfera, per chi se lo ricorda, è un po' quella di Arsenico e vecchi merletti, con due belle fanciulle al posto delle perfide vecchiette di Frank Capra.

Abbiamo sempre vissuto nel castello di Shirley Jackson (Adelphi, 18 euro)

Della stessa autrice Adelphi ha già pubblicato L’incubo di Hill House (2004) e La lotteria (2007).

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