Questa è la storia di un uomo che cade da un palazzo di 50 piani. Durante la caduta da un piano all'altro il tizio per farsi coraggio si ripete:
Fin qui tutto bene.
Fin qui tutto bene.
Fino a qui, tutto bene.
Il problema non è la caduta.
E' l'atterraggio.
(da Mathieu Kassovitz, L'odio, 1995)
Trecentoventisei pagine. Pensate di essere in grado di non respirare per trecentoventisei pagine?
Leggere in apnea è l'unico modo per sopravviere a Caduta libera. Troppo forte l'odore della guerra, troppo violento - e reale - il turbine di sparatorie, scontri corpo a corpo, atrocità in cui Nicolai Lilin, senza alcun riguardo, vi catapulterà. Il problema non è tanto affrontare il conflitto ceceno dal racconto di chi, il conflitto, l'ha conosciuto da vicino. Il problema è arrivare in fondo e riscoprirsi al sicuro.
Nella migliore delle ipotesi atterrerete sulla vostra poltrona, davanti a un televisore spento, con qualche domanda sul senso della guerra e un bel libro in più in libreria.
Chi attraversa una guerra - combattendo o scappando, comunque in entrambi i casi cercando di sopravvivere - non possiede più niente di personale, nemmeno la propria storia. Nessuno di noi pensava al passato o al futuro, tutti quanti eravamo nell'oggi, immersi in un lungo e unico giorno.
Caduta libera di Nicolai Lilin (Einaudi, euro 21)
lunedì 26 aprile 2010
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