La signora della porta accanto di Yewande Omotoso - 66THA2ND
Una narrazione fluida e godibile ci
accompagna a scoprire la storia di due donne e due famiglie nel
Sudafrica contemporaneo. Non si tratta di certo di un romanzo profondo
ma attraverso il racconto delle vite di due donne antagoniste tra loro
ma in qualche modo molto simili, l'autrice ci offre uno spaccato sulla
situazione del Sudafrica nel post-apartheid e dipinge il ritratto di due
persone singolari.
In tutto il
romanzo si avverte un razzismo diffuso di fondo: ogni occasione è buona
per sottolineare una diversità che nonostante l'abolizione delle leggi
razziali ancora domina nella classe agiata. Quando Hortensia, dopo aver
acquistato la casa nel comprensorio dei ricchi di Città del Capo, suona
al campanello di Marion per presentarsi e annunciare di avere intenzione
di partecipare alle riunioni del comitato, quest'ultima la tratta con
sufficienza e addirittura le fa intendere di averla scambiata per una
persona di servizio. Il denaro e il marito bianco la affrancano da una
situazione di inferiorità che invece opprime domestici, autisti e
inservienti. Non può esistere una relazione di amicizia tra bianchi e
neri là dove c'è subalternità.
L'elemento
che accomuna le due donne è il successo che entrambe hanno raggiunto
nelle rispettive professioni, designer l'una e architetto l'altra, a
costo di grande fatica e di rinunce. L'ambizione le ha portate a
sacrificare le relazioni con le persone più care per dedicarsi con tutte
le energie all'attività lavorativa. Entrambe sono affascinate più dalla
bellezza che dalla profondità delle persone e tengono più
all'esteriorità che ai contenuti.
E'
così che entrambe si ritrovano vecchie, malandate e soprattutto molto
sole. Hortensia ha accumulato dentro di sè una estrema durezza, frutto
di scelte sbagliate e di un rancore mai risolto nei confronti del marito
che l'ha tradita. Piuttosto che affrontare la realtà e di decidere per
la separazione, scelta che per una donna affrancata e affermata come lei
non dovrebbe porre troppe difficoltà, lo punisce con una chiusura
totale nei suoi confronti, che non concede spazio alla possibilità di
rappacificazione.
Un malaugurato
evento costringe le due nemiche a una convivenza forzata. Sarà l'inizio
di un'amicizia tardiva? Non sembrerebbe possibile: Hortensia è cinica e
sarcastica, le sue battute sono pungenti e cattive, mentre Marion dal
canto suo resta invidiosa e astiosa. A poco a poco però di fa strada un
barlume di relazione fra le due donne, un germe di rapporto che
faticosamente radica nei loro cuori. Potrebbe generare un sentimento più
solido, ma non è facile avviare un cambiamento in età così avanzata.
Le figure più positive sono quelle di Bassey e di Agnes, persone corrette, dignitose, umane.
Il
romanzo avrebbe sicuramente potuto approfondire diversi temi: razzismo,
emancipazione femminile, rapporti matrimoniali e relazioni familiari.
Invece propone una carrellata di situazioni che sì, ci fanno
riflettere, ma non sviscerano la vera essenza delle problematiche.
Emerge con evidenza la sostituzione dei valori di successo, bellezza,
eleganza ai sentimenti di amore e amicizia e alle relazioni con le
persone. Le due donne sono espressione di una vita dedicata in tutto e
per tutto alla ricerca del bello. Che non basta per costruire
un'esistenza.
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